Sbocchi professionali

Il corso di Laurea magistrale in Giurisprudenza mira a formare specialisti del settore giuridico, dotati di competenze di altissima qualificazione in tutti i settori del diritto nazionale e internazionale, e di conoscenze di altre discipline sociali necessarie per comprendere a pieno il funzionamento degli ordinamenti, sul piano teorico e pratico-applicativo.

Studiare e lavorare dopo la laurea

Il conseguimento della Laurea magistrale in Giurisprudenza permette l'accesso a Dottorati di ricerca, Scuole di Specializzazione, Master universitari, Corsi di perfezionamento e di alta formazione, Corsi abilitanti per aspiranti insegnanti:

- Dottorato di ricerca in Scienze Giuridiche, che si propone di formare soggetti destinati ad attività di ricerca di alto livello e giuristi specializzati nelle professioni legali tradizionali, di ambito sia pubblico sia privato.

- Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, che rilascia un Diploma di Specializzazione che è valutato ai fini del compimento di un anno del periodo di pratica per l'accesso alle professioni di Avvocato e Notaio e costituisce titolo di accesso al concorso in magistratura.

- Master universitari di II livello, rivolti specificamente a chi è in possesso di una laurea magistrale.

- Corso di perfezionamento in Diritto del lavoro, che è volto a fornire ai partecipanti strumenti di conoscenza e approfondimento di alcune delle principali tematiche relative al Diritto del lavoro e della Previdenza Sociale.

- Corsi di formazione iniziale e in servizio per insegnanti, dei quali l’Università di Parma offre diverse tipologie, erogate sia in modalità tradizionale sia in modalità e-learning.

 

Oltre che alle professioni legali tradizionali, la Laurea magistrale in Giurisprudenza garantisce l’accesso a quelle professioni nelle quali è richiesta una preparazione giuridica specialistica, nel settore pubblico e in quello privato, in ambito internazionale e nazionale.

PROFESSIONI LEGALI:

♦ AVVOCATO

♦ NOTAIO

♦ MAGISTRATO

Settore pubblico (previo concorso o selezione):

►  IN AMBITO INTERNAZIONALE:

  • carriera diplomatica
  • carriera in Istituzioni e Organismi Europei (ad es. funzionario UE, giurista linguista presso la Corte di Giustizia)
  • carriera in altre Organizzazioni Internazionali, governative e non governative (ad es. funzionario, personale amministrativo)

 

►  IN AMBITO NAZIONALE

  • carriera nelle Istituzioni Pubbliche e nella Pubblica Amministrazione, ad esempio:
  • negli organi di governo nazionale e locale come il Parlamento, i Comuni, le Provincie, le Regioni (ad es. consigliere parlamentare, funzionario ministeriale, segretario comunale)
  • nell’Avvocatura dello Stato (ad es. procuratore, avvocato distrettuale)
  • negli enti funzionali come le AUSL, le Università, le Camere di Commercio (ad es. esperto legale, dirigente amministrativo)
  • nell’amministrazione giudiziaria (ad es. direttore amministrativo, funzionario di cancelleria)
  • nelle Università e nelle Scuole di ogni ordine e grado (ad es. docente universitario, insegnante di scuola secondaria)
  • carriera come componente di organismi di arbitrato e conciliazione e di composizione delle crisi d’impresa
  • carriera come mediatore civile e commerciale e come mediatore familiare

Settore privato:

  • carriera in imprese private, soprattutto negli uffici legali e nel settore di gestione del personale e delle risorse umane (ad es. giurista d’impresa, esperto in contrattistica internazionale)
  • carriera nel settore bancario (ad es. tecnico del lavoro bancario, della gestione finanziaria, dell’intermediazione titoli)
  • carriera nel settore dell’intermediazione mobiliare (ad es. operatore di borsa, agente di cambio)
  • carriera nel settore assicurativo (ad es. agente assicurativo, perito, valutatore di rischio, liquidatore)
  • carriera in settori che richiedono conoscenze tecnico-disciplinari e procedurali (ad es. tecnici dei servizi per l’impiego, tecnici della sicurezza sul lavoro, tecnici della pubblicità)

Libera professione (qualche esempio):

  • giornalista
  • consulente del lavoro
  • consulente in proprietà industriale e intellettuale
  • procuratore sportivo
  • agente e perito immobiliare
  • rappresentanti e agenti di commercio, concessionari

Schede di approfondimento sulle figure professionali: AVVOCATO

Chi è l’avvocato?

L’avvocato è il professionista che cura, rappresenta e tutela gli interessi del proprio cliente nei diversi gradi del procedimento civile, penale e amministrativo; redige contratti e altri atti giuridici; fornisce consulenza legale in sede giudiziale e stragiudiziale.

Come si diventa avvocati?

Oltre al conseguimento della Laurea magistrale in Giurisprudenza, l’accesso alla professione è subordinato al completamento di un tirocinio legale da svolgersi presso lo studio di un avvocato iscritto all'Albo da almeno cinque anni.

La pratica forense ha una durata di diciotto mesi, durante i quali il praticante avvocato deve partecipare a un numero minimo di udienze (che varia, di norma, tra le venti e le venticinque a semestre, a seconda dell’Ordine di appartenenza) e fare annotare la propria presenza nel libretto della pratica o nel verbale di udienza.

È possibile, però, ridurre a sei mesi la durata della pratica forense iscrivendosi a una Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, della durata di due anni; oppure svolgendo un tirocinio in Tribunale, della durata di diciotto mesi (in tal caso, oltre allo stage presso gli uffici giudiziari, il praticante avvocato dovrà avere svolto o svolgere contemporaneamente un semestre di pratica forense presso uno studio legale).

Come per la carriera notarile, anche i praticanti avvocati hanno la possibilità di svolgere il primo semestre di pratica forense durante la frequenza dell’ultimo anno di università, in modo da accelerare i tempi.

Una volta terminata la pratica, sarà necessario affrontare l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione forense, che si articola in tre prove scritte e una orale e si tiene annualmente (di solito a dicembre gli scritti; a partire dal luglio dell’anno successivo gli orali) davanti a una commissione composta da avvocati, magistrati e professori universitari.

Le prove scritte si sostanziano nella redazione di due pareri legali (uno in materie regolate dal Codice Civile e uno in materie regolate dal Codice Penale) e di un atto giudiziario (su un quesito a scelta fra i tre proposti rispettivamente in materia di diritto privato, diritto penale e diritto amministrativo).

La prova orale inizia sempre con un sintetico resoconto degli scritti e consiste in un colloquio su cinque materie obbligatorie (ordinamento e deontologia forensi, diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale) e due a scelta (tra diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto  del  lavoro, diritto  commerciale, diritto dell'Unione Europea, diritto internazionale privato, diritto tributario, diritto ecclesiastico, ordinamento giudiziario e penitenziario).

È sufficiente la Laurea magistrale in Giurisprudenza?

Sì e no, in quanto la laurea è necessaria ma deve essere integrata con l'iter sopra descritto. La frequenza di una Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali è consigliata.

Schede di approfondimento sulle figure professionali: AVVOCATO E PROCURATORE PRESSO L’AVVOCATURA DI STATO

Che cosa è l’Avvocatura di Stato?

È l’organo legale dello Stato al quale sono assegnati compiti di consulenza giuridica e di difesa delle Amministrazioni Statali in tutti i giudizi civili, penali, amministrativi, arbitrali, comunitari e internazionali.

Nell’ordinamento dell’Avvocatura dello Stato sussiste ancora la differenza tra la figura iniziale del Procuratore dello Stato, al quale per prassi è affidata la trattazione delle controversie che richiedono meno esperienza professionale, e quella dell’Avvocato dello Stato.

Come si diventa Avvocati e Procuratori di Stato?

Le nomine a Procuratore dello Stato e a Avvocato dello Stato avvengono a seguito di pubblici concorsi. Requisiti specifici sono richiesti per partecipare sia al concorso da Procuratore dello Stato sia a quello da Avvocato dello Stato.

Presso l'Avvocatura dello Stato può essere compiuta, inoltre, la pratica forense per l'esercizio della professione di avvocato. Va precisato che la pratica svolta non dà alcun titolo per l'ammissione nelle carriere dell'Avvocatura dello Stato, cui si accede esclusivamente tramite pubblico concorso per esami (per informazioni più dettagliate consultare il sito istituzionale dell’Avvocatura di Stato http://www.avvocaturastato.it/ ).

È sufficiente la Laurea magistrale in Giurisprudenza?

Sì e no. È sufficiente aver conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza per poter svolgere la pratica forense presso l’Avvocatura di Stato. Si viene ammessi alla pratica presso l'Avvocatura dello Stato a seguito di selezione per soli titoli, basata sulla media tra il voto di laurea e i voti conseguiti nelle materie che formano oggetto degli esami scritti per l'iscrizione all'albo professionale e per il concorso a Procuratore dello Stato (diritto privato, civile e commerciale, procedura civile, diritto amministrativo sostanziale e processuale, diritto penale e procedura penale - per informazioni più dettagliate consultare il sito http://www.avvocaturastato.it/node/275 ).

La Laurea magistrale in Giurisprudenza (unitamente al possesso di altri requisiti, come l’età compresa tra i 18 e i 35 anni) è, altresì, sufficiente per poter partecipare al concorso per Procuratore dello Stato. (per informazioni più dettagliate consultare il sito http://www.avvocaturastato.it/node/272?q=node/273).

Al contrario, per potersi iscrivere al concorso per Avvocato dello Stato la Laurea magistrale in Giurisprudenza non è sufficiente poiché occorre appartenere a determinate categorie, quali ad esempio i Procuratori dello Stato con almeno due anni di servizio effettivo, i magistrati dell'ordine giudiziario che abbiano conseguito la nomina a magistrato di Tribunale, gli avvocati iscritti all'albo con anzianità di iscrizione non inferiore a sei anni, etc. (per informazioni più dettagliate consultare il sito http://www.avvocaturastato.it/node/274).

Schede di approfondimento sulle figure professionali: DOTTORATO DI RICERCA

Che cosa è il Dottorato di Ricerca?

Il Dottorato di Ricerca rappresenta il più elevato livello di istruzione che uno studente possa conseguire in Italia. L’attività di ricerca viene svolta in un determinato settore scientifico-disciplinare sotto la guida di un Professore/Tutor, che si occupa di fornire al Dottorando gli strumenti per maturare adeguate attitudini e competenze nell’ambito della ricerca.

Come si diventa Dottori di Ricerca?

Si accede ad un corso di Dottorato, che dura mediamente tre anni accademici, attraverso la partecipazione ad un concorso pubblico. I vincitori fruiscono, nella maggior parte dei casi, di una borsa di studio.

Il titolo di Dottore di Ricerca si consegue portando a termine con successo gli anni di frequenza e discutendo una tesi redatta dal Dottorando su uno specifico tema di indagine a lui assegnato. Il Dottorando deve dimostrare di avere maturato adeguate capacità di studio, ricerca e aggiornamento nel settore prescelto. Deve, altresì, valorizzare le proprie competenze di investigazione in ambito interdisciplinare ed internazionale.

È sufficiente la Laurea magistrale in Giurisprudenza?

Sì. L’Università di Parma, in convenzione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, ha attivato un corso di Dottorato in Scienze Giuridiche al quale afferiscono molteplici settori disciplinari, come diritto privato, diritto penale, diritto costituzionale, diritto romano. Ad oggi la sede amministrativa è situata presso l’ateneo modenese.

Maggiori informazioni sono reperibili al seguente sito istituzionale: https://www.unimore.it/didattica/dottorato.html?ID=1065

Schede di approfondimento sulle figure professionali: INSEGNANTE DI SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Chi è l’insegnante di scuola secondaria di secondo grado?

L’insegnante di scuola secondaria di secondo grado è un dipendente pubblico.

Coloro che frequentano il Corso di studi in Giurisprudenza, verosimilmente, potranno diventare Professori di diritto negli istituti che prevedono l’insegnamento di tale disciplina.

Come si diventa insegnanti?

Secondo quanto statuito dal Ministero dell’Istruzione, per diventare docenti nella scuola italiana è necessario conseguire sia il titolo di studio che consente l’accesso all’insegnamento, sia l’abilitazione all’insegnamento.

Chi possiede il solo titolo di accesso all'insegnamento può essere inserito nella terza fascia delle graduatorie di Istituto, esclusivamente per incarichi di supplenza a tempo determinato.

L’abilitazione all’insegnamento consente, invece, l'inserimento nella seconda fascia delle graduatorie di Istituto, per incarichi di supplenza a tempo determinato.

Il requisito dell’abilitazione, inoltre, consente la partecipazione ai concorsi per titoli ed esami, dalle cui graduatorie di merito si attinge annualmente per l’immissione in ruolo a tempo indeterminato (fonte: sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione https://www.miur.gov.it/web/guest/diventare-docente-nella-scuola  dove è possibile reperire informazioni più dettagliate e costantemente aggiornate).

È sufficiente la Laurea magistrale in Giurisprudenza?

No. La classe di concorso che interessa gli studenti iscritti al corso di Laurea magistrale in Giurisprudenza (LMG 01) è la “A-46 Scienze giuridico-economiche”, la quale prevede che vengano conseguiti almeno 96 crediti nei settori scientifico-disciplinari SECS-P, SECS-S, IUS, di cui: 12 SECS-P/01, 12 SECS-P/02, 12 SECS-P/07, 12 SECS-S/03, 12 IUS-01, 12 IUS-04, 12 IUS-09, 12 IUS-10.

Buona parte di questi crediti vengono acquisiti automaticamente sostenendo gli esami proposti dal piano di studi del corso di laurea, ma non tutti. Allo studente è, comunque, concessa la possibilità di integrare i crediti mancanti inserendo nel proprio piano di studi esami di profitto proposti da altri Corsi di Laurea dell’Ateneo di Parma. L’Università di Parma ha, inoltre, attivato il Percorso Formativo per l’acquisizione di 24 CFU (PF24) nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, necessari per l’accesso ai percorsi triennali di Formazione Iniziale, Tirocinio e inserimento nella funzione docente (FIT) per i docenti della scuola secondaria. (Maggiori informazioni reperibili al sito: https://dusic.unipr.it/it/didattica/percorso-formativo-24-cfu-pf24).

Schede di approfondimento sulle figure professionali: MAGISTRATO

Chi è il magistrato?

Il magistrato è un pubblico funzionario investito dell’esercizio di funzioni giurisdizionali da parte della Costituzione. Nello specifico, alcuni magistrati ricoprono funzioni giudicanti (GIP - giudice per le indagini preliminari, GUP - giudice per l'udienza preliminare, giudice di pace, giudice civile, penale, amministrativo) e altri funzioni requirenti (PM o pubblico ministero).

Come si diventa magistrati?

Per diventare magistrati è necessario vincere un concorso pubblico che si fonda sul superamento di una prova scritta e di una prova orale. Quest’ultima potrà essere sostenuta solo in caso di esito positivo della prima.

In particolar modo, le prova scritta consiste nello svolgimento di tre elaborati teorici vertenti su: diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo.

La prova orale, invece, verte su diritto civile ed elementi fondamentali di diritto romano, procedura civile, diritto penale, procedura penale, diritto amministrativo, costituzionale e tributario, diritto commerciale e fallimentare, diritto del lavoro e della previdenza sociale, diritto comunitario, diritto internazionale pubblico e privato, elementi di informatica giuridica e di ordinamento giudiziario, oltre a un colloquio su una lingua straniera a scelta fra inglese, francese, spagnolo e tedesco.

È sufficiente la Laurea magistrale in Giurisprudenza?

No. La Laurea magistrale in Giurisprudenza non è sufficiente ma è necessaria. Dopo il conseguimento del titolo, infatti, il candidato interessato a diventare magistrato dovrà entrare in possesso di uno dei titoli richiesti dal bando di concorso. Generalmente, un laureato in Giurisprudenza che voglia maturare nel minor tempo possibile uno dei requisiti richiesti si iscriverà ad una Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali o intraprenderà uno stage di diciotto mesi presso gli uffici giudiziari, ai sensi dell’art. 73 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69. Per ogni ulteriore informazione concernente il concorso in magistratura si rinvia al sito del Ministero della Giustizia, costantemente aggiornato. (https://www.giustizia.it/)

Schede di approfondimento sulle figure professionali: NOTAIO

Chi è il notaio?

Il notaio è un pubblico ufficiale chiamato a ricevere atti tra vivi e disposizioni di ultima volontà verificandone la conformità alla legge, ad attribuire loro pubblica fede, a conservarne il deposito, a rilasciarne copie, certificati ed estratti. Opera prevalentemente in campo di compravendite immobiliari, operazioni societarie e successioni testamentarie.

Come si diventa notai?

Diversamente da quanto molti pensano, per diventare notaio non è richiesta l’abilitazione all’esercizio della professione forense. Come per l’avvocatura, invece, anche per l’accesso alla carriera notarile è richiesto un periodo di pratica post-laurea di diciotto mesi, con la possibilità di anticipare i primi sei mesi all’ultimo anno di università riducendo così i tempi. In via teorica, dunque, il neo-laureato potrà svolgere le due pratiche contemporaneamente ma nei fatti non sempre tale opzione è compatibile con l’impegno richiesto.

Per diventare praticante notaio è sufficiente rivolgersi al Consiglio Notarile locale e richiedere che vengano indicati gli studi notarili disponibili ad accogliere nuovi praticanti; una volta individuato lo studio, con il notaio in questione verranno concordati modi e tempi della pratica, che avrà inizio dopo l’iscrizione nel registro dei praticanti tenuto dal suddetto Consiglio Notarile.

Terminati i diciotto mesi di pratica, l’accesso al notariato richiede il superamento di un concorso pubblico nazionale bandito dal Ministero della Giustizia, che si svolge a Roma con cadenza all’incirca biennale. Si compone di un esame scritto e di uno orale. L’esame scritto si articola in tre prove teorico-pratiche che si svolgono in tre giorni consecutivi, ognuno dedicato a una materia diversa; al candidato è richiesto di redigere, in un tempo massimo di otto ore, rispettivamente un atto di ultima volontà (testamento), un atto tra vivi di diritto civile (contratto) e uno di diritto commerciale (atto societario). Ogni atto dev’essere accompagnato dalla motivazione scritta delle scelte giuridiche compiute e dalla trattazione teorica degli istituti inerenti al caso in esame. Il candidato che, all’esito delle correzioni, abbia ottenuto un punteggio minimo di 105/150 è ammesso all’esame orale, che verte su tre distinti gruppi di materie: a) diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione; b) disposizioni sull'ordinamento del Notariato e degli archivi notarili; c) disposizioni concernenti le imposte indirette.

È sufficiente la Laurea magistrale in Giurisprudenza?

Sì e no, in quanto la laurea è necessaria ma deve essere integrata con l'iter sopra descritto. Tuttavia, com’è noto, il concorso è particolarmente selettivo (statisticamente è promosso un candidato su cinque); per tale ragione, è consigliabile che l’aspirante notaio si indirizzi verso un approfondimento delle tematiche normative notarili quanto prima. L’Università di Parma prevede la possibilità che sia lo studente a modulare il proprio programma di studi consentendogli, già dal terzo anno di corso, di indirizzarsi verso insegnamenti attinenti a tematiche contrattuali e di optare per argomenti a scelta come diritto urbanistico o diritto industriale, che permettono di formarsi per tempo solide basi in materie che torneranno senza dubbio utili al praticante una volta chiamato a redigere per davvero rogiti, atti costitutivi di società e testamenti.